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Le acciughe del Cantabrico: una storia italiana?!

Sembra impossibile, ma è davvero così: la tradizione gastronomica delle coste del nord della Spagna, la delizia che si distingue fra le analoghe produzioni del mondo, ha radici italiane.
A Santoña, infatti, piccola cittadina portuale della Comunità autonoma della Cantabria, c’è il Paseo de los Salazoneros (“salatori”) Italianos, accompagnato da una targa posta dal Governo che testimonia l’opera degli italiani nella lavorazione e commercializzazione delle acciughe oggi così famose e apprezzate.

Le acciughe infatti, non erano popolari come in Italia, fino a quando, alla fine dell’800, giunse a Santoña il trapanese Santo Giovanni Vella Scatagliota, emissario di una nota conserviera italiana, per l’acquisto della materia prima, di cui già ai tempi era riconosciuta l’impareggiabile qualità all’origine. Le frequentazioni ormai intense portano Santo Giovanni a conoscere Dolores Inestrillas Ruiz, e a sposarla. Agli inizi del 1900 fonderà la propria azienda chiamata, con italico romanticismo, “La Dolores”.

Proprio in quel periodo Giovanni inizia a cercare una tecnica migliore per la spedizione delle acciughe, che patiscono il viaggio nei barili e giungono a destinazione ancora da da pulire e preparare. Così, grazie alla perseveranza del nostro, nasce un nuovo prodotto: il filetto di acciuga sottolio in lattina, nel tipico octavillo.

Dopo questo primo caso di successo molte famiglie italiane metteranno radici nel Cantabrico, insegnando e costituendo aziende… fondando di fatto la fiorente industria attuale che conosciamo. Nel 1920 a Santoña vivevano circa 100 famiglie italiane, impegnate in 30 imprese tricolori: una tradizione comune volta a valorizzare una materia prima eccezionale.

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